Dopo dieci anni la Regione ha presentato il Piano Faunistico Venatorio, corretto fino all’ultimo grazie al lavoro delle Commissioni 2 e 4 e, soprattutto, dando ascolto ai numerosi suggerimenti e alle correzioni avanzate dagli ATC, dalle associazioni agricole, venatorie e ambientaliste. Naturalmente, dopo l’adozione, seguirà il periodo dedicato alle osservazioni. Abbiamo sollevato il problema che questo momento non coincida con le ferie estive, chiedendo che la Regione garantisca a tutti la possibilità di presentare le proprie osservazioni entro 60 giorni dalla pubblicazione. Successivamente, si potrà procedere con la valutazione definitiva e completa del provvedimento. Si tratta di un Piano in chiaroscuro: da un lato, sono stati corretti molti errori di impostazione – come, ad esempio, quelli relativi alle cartografie e alla possibilità di trasferire la titolarità degli appostamenti fissi –; dall’altro, permangono ancora diverse questioni aperte, come quelle legate agli areali di alcuni ungulati, le risorse effettive, i controlli, ruolo e funzionamento degli ATC, i danni provocati alle colture ma anche a automobilisti e motociclisti dai troppi ungulati. Infatti, a obiettivi tanto ambiziosi non corrisponde, purtroppo, lo stanziamento di risorse – economiche e strumentali – adeguate. Vedremo se la Regione sara’ in grado di gestire questa complessa partita, che prevede anche uno studio di incidenza ambientale molto rilevante. Sarà fondamentale monitorare le azioni concrete messe in campo, a tutela non solo delle produzioni agricole, ma anche per riconoscere nel cacciatore non un nemico dell’ambiente, bensì un soggetto attivo e protagonista nella gestione del territorio e nella tutela della biodiversità toscana.

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Firenze, 23 agosto ’25 “ Nonostante un mio preciso ordine del giorno in materia sia stato bocciato dalla maggioranza in Consiglio Regionale, non ho intenzione