La gestione della montagna, e dei boschi in particolare, non ha bisogno di ulteriori adempimenti e maggiore burocrazia, ma di meno vincoli e di una reale semplificazione. La cura dei boschi, infatti, non solo garantisce una filiera economica rilevante per il nostro territorio, sia dal punto di vista economico che sociale, ma assicura anche la manutenzione del territorio sotto il profilo idrogeologico. Gestire i boschi è un sapere che si tramanda da secoli, e che deve essere sostenuto e preservato, non ostacolato da una visione museificatoria del territorio. Questo non significa tagliare indiscriminatamente o senza regole, ma mettere le aziende nelle condizioni di lavorare con serenità, sia sul piano penale che rispetto agli adempimenti burocratici. In questo senso, l’ultima proposta di legge della Regione è sbagliata sia nel merito che nel metodo: poca concertazione, scarsa condivisione e l’introduzione di un nuovo balzello legato alla formazione obbligatoria, su cui, peraltro, la Regione non prevede alcun investimento concreto.
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